venerdì 23 ottobre 2009

Up!


Oggi una antologia un po' diversa: due recensioni di un film, un cartone animato un po' speciale.

Non ho tempo e perdo tempo : Croce sul cuore!

Diciamo la verità, è una partita persa. Contro la Pixar non si può giocare, non sono di un'altra categoria, nemmeno di un'altro sport, ma proprio di un'altro pianeta.
Vado al cinema con la speranza di vedere un film normale, che riporti Lasseter & Company ad un livello umano.
Niente UP! è un'altro CAPOLAVORO.
E dopo Wall-E era, no impossibile, di più.
Per capire a che livello ci trovia basta solo una delle scene iniziali, quella in cui con tre inquadrature e una musica di sottofondo si racconta la vita di una coppia, quotidianità e sogni, gioie e dolori. Da scuola del cinema.
E chi non piange, o non sorride, non ha un cuore.

Our Bed Of California Star : È tipo bellissimo

UP, è tipo bellissimo.
Circa un anno fa la Pixar ci aveva lasciato con gli occhi lucidi raccontandoci in una distopica realtà l'amore tra due piccoli robot, un amore quasi umano e con tutte le ovvie differenze del caso. L'ambientazione e la situazione lo rendevano comunque molto fantastico e fiabesco, più adatto a commuovere bambini e incalliti sognatori che altri "generi" di spettatori. Per la cronaca io sto incallito un casino; in ogni modo ciò che colpisce di UP è l'estrema umanità con cui l'amore viene trattato. Quello che ci troviamo davanti è un amore vero, reale, e proprio la realtà della storia, nelle sua bellezza, gioia e tristezza, scoglierebbe anche il peggio cinico cresciuto in un'accademia militare russa. Si potrebbe esagerare digendo che UP è il film della Pixar più aperto ai sentimenti umani, più emotivo, più vero. Si, esageriamo, è proprio così. E proprio per questo motivo è anche il film meno diretto per i bambini. Non che i bambini siano deficienti, per carità d'iddio io adoro i bambini, ma penso che l'emozione provata sia direttamente proporzionale all'età dello spettatore, in un arco che comunque va dal "Ahah sembra il nonno" allo rispecchiarsi nel personaggio, quindi sempre grande è. Essendo un film sulla vita, in particolare una e quasi tutta intera, penso sia normale emozionarsi di più quando se ne ha di più alle spalle, o magari solo in modo diverso.
Già ce lo vedo un nonno accompagnare il nipotino a vedere UP, uno che ride e l'altro che piange, felici. Dannatamente felici.

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