lunedì 18 luglio 2011

Route 61 > l'ultimo concerto di Big Man


Diretto a Buffalo, con un volo trovato all'ultimo momento, costretto a interminabili attese negli aeroporti di Amsterdam e Cleveland, non pensavo certo di essere in viaggio verso il mio ultimo concerto di Bruce Springsteen & the E Street Band, men che meno verso l'ultima esibizione pubblica, in tour, di Clarence Clemons accanto a Bruce Springsteen. L'ultimo di duecento concerti visti (200 o giù di lì, adesso mi toccherà davvero contarli, sono un bel pezzo di storia) dei miei performer preferiti riveste oggi un'importanza enorme nel mio piccolo archivio, nella mia memoria rock'n'roll carica di un numero inestimabile di ricordi.

Il gelo che mi avvolgeva mentre in quel 22 novembre del 2009 raggiungevo la mia stanza d'hotel in Delaware Avenue, è lo stesso che mi assale ora alla notizia della morte di Big Man, Clarence Clemons. Devo a lui, anche a lui, una vita all'inseguimento della musica che ho amato e che sempre amerò. Devo a lui la scoperta dei dischi di Junior Walker, uno dei sassofonisti della Tamla Motown che lo hanno influenzato. Devo a lui quella gioia che ti si aggrappa alle spalle e non ti lascia più quando partono le note felici e potenti del suo sax nel repertorio più brillante ed energico di Bruce Springsteen. E devo a lui anche quella ritemprante mistura di malinconia e speranza che ti si insinua nella pancia quando a suonare sono quelle lunghe, dense melodie a tutto fiato che rendono Jungleland e Drive All Night canzoni con cui struggersi, piangere, sperare, reagire, gioire, vivere.

Quella sera, alla HSBC Arena sistemata a ridosso della Buffalo Skyway, non è andato in scena un concerto come tanti della E Street Band. Quella sera è successo qualcosa di speciale, come è giusto che sia nelle date che il Dio del Rock'n'Roll decide di vergare con un tratto diverso sul grande calendario della musica. Quella sera c'era in sala Mike Appel, l'uomo che battendosi con ogni sua energia era riuscito a fare incidere Springsteen per la Columbia e gli aveva prodotto i primi due album prima di lasciare il passo al più scaltro e cinico Landau e all'album Born To Run (non prima di aver lasciato in dote la canzone Born To Run, da lui costruita in studio insieme a Bruce quando pareva che un terzo disco fosse un lusso per il giovane Springsteen). Quella sera c'era un bel concentrato dei fan del Boss, anche perchè era l'ultima data del tour di Working On A Dream, la classica occasione in cui ci si saluta e domani chissà. Appunto, domani chissà.

(prosegue su Route 61, il blog di Ermanno Labianca)