
Un diario un po' letterario, "e io che mi pensavo", surreale e leggero come il vento, che fa sorridere dentro e mette un po' di buon umore. Curato da Alessandro Bonino che, per usare le sue parole "una volta ha fatto pipì in una borraccia, che una volta a carnevale si è dipinto un casco sulla testa, che da piccolo giocava a calcio in mezzo al campo leggendo Topolino tutto il tempo e partecipando al gioco solo se la palla si avvicinava. E in ogni caso, pensa che scrivere di se stessi in terza persona sia una cosa un po′ da matti".
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