domenica 14 marzo 2010

e io che mi pensavo > l'infame complotto dei meteorologi


“…e invece adesso ci prendono con una precisione infallibile, e ti viene in mente che tutti i loro studi, tutte le loro complesse modellazioni della realtà non possono aver avuto efficacia da un momento all’altro, prima non ci prendevano mai, e puf, da un momento all’altro han cominciato a prenderci. Secondo me, han capito che a studiare il tempo, non ci si cavava un ragno dal buco, così han smesso, e han dedicato i loro sforzi a costruir dei macchinari che lo generassero, il tempo, così come pareva a loro; e io già li vedo, questi meteorologi, nelle loro stanzette asettiche, con i loro camici bianchi, che si dicon l’un l’altro Che tempo facciamo domani, e si dicono Domani nevichiamo, Buona idea, si rispondono, e poi si dicono Digli a Gilberto di metter la macchina della neve sul tre. Ok, si rispondono. Tutta gente intelligentissima, ma neve a marzo, che stronzi”.

Un diario un po' letterario, "e io che mi pensavo", surreale e leggero come il vento, che fa sorridere dentro e mette un po' di buon umore. Curato da Alessandro Bonino che, per usare le sue parole "una volta ha fatto pipì in una borraccia, che una volta a carnevale si è dipinto un casco sulla testa, che da piccolo giocava a calcio in mezzo al campo leggendo Topolino tutto il tempo e partecipando al gioco solo se la palla si avvicinava. E in ogni caso, pensa che scrivere di se stessi in terza persona sia una cosa un po′ da matti".

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