Nell’Isola che non c’è si può consumare l’aperitivo direttamente seduti sul sedile della propria auto. E con un' inversione e una retro, dalla stessa postazione si può gustare il gelato più buono della piazza o assistere a dibattiti con intellettuali e Vip (con l’unico problema che i pedoni che preferiscono il tavolino al cruscotto obbligano le auto a stare nelle retrovie) o anche entrare in Duomo per una preghiera.
I negozi dell’Isola che non c’è mostrano il logo Centro Commerciale Naturale, dimentichi o forse ignari che nei centri commerciali “artificiali” i pedoni non devono schiacciarsi contro i muri per non essere investiti, e le macchine non passano a 20 centimetri dalle vetrine.
Gli operatori commerciali dell’Isola che non c’è che sostengono che le loro attività vivono solo con il transito delle automobili. E quelli che lo dicono con più insistenza, li trovi in ferie quindici giorni ogni tre mesi o chiudono ad ogni pausa pranzo e dopocena. Buon segno: significa che gli affari non vanno così male come vogliono fare credere. L’isola che non c’è non richiede controlli e manutenzioni, perché tutto si autoregola: la sosta, i flussi di traffico, i tavolini, la pulizia. La decennale assenza dalla scena della Polizia Municipale e la sempre perfetta cura dei cassonetti lo dimostrano. continua qui
Pompeo Spagnoli, reduce garibaldino, barbiere in Pontremoli, narratore. Ghost writer, si definisce. Sotto il cielo di Pontremoli è un blog dal sapore bucolico, che racconta storie di oggi con il gusto di ieri.
Grande Blue, grazie per la recensione. Pure la targa di casa...
RispondiElimina"storie di oggi con il gusto di ieri" mi fa sentire un tantuccio vecchio, ma forse lo sono...
Forse è il caso di pansare anche a un post sulla "vecchiezza" di questa città...
Cordialmente
Pompeo
Voleva essere un complimento, ma non sono riuscito a trovare le parole adatte. Leggere il tuo blog mi fa sentire... in un posto come Pontremoli.
RispondiEliminaCiao :-)