"Saturday night at the diner. No, non sono a Los Angeles, e a pensarci non è neppure sabato. Sono nel basso lodigiano a mangiare messicano con un caro amico fotografo di scena, reduce dagli onori di un film di successo. Si è fatto tardi e i bicchieri di birra si sono accumulati. Lui va a dormire, io preferisco farmi quattro passi per il paese, un po' per relax postprandiale, un po' perché sono nel mood giusto e non ho ancora voglia di andare a letto. Un piccolo non brutto paese della bassa, c'è in giro la classica fauna di provincia: ragazzotti in crisi puberale a perder tempo schiamazzando, vecchi che discutono seduti al bar della cooperativa, qualche ragazzina con le gambe lunghe (o corte, a seconda dei casi) in giro con giovani compagni brufolosi.
Un castello, le strade acciottolate... insomma normale amministrazione se non fosse che mi accorgo di percepire nell'aria, tanto chiara quanto improbabile, la vibrazione della batteria e del basso dei Creedence Clearwater Revival, mentre sento una voce lontana urlare "run through the jungle... run through the jungle...". Cerco di localizzare il suono ma incappo in vicoli ciechi, giardini chiusi, strade che mi conducono verso la campagna. Ma la vibrazione non cessa: i Jefferson Airplane? Jackson Browne? Pare che l'intera West Coast si sia data appuntamento sul cielo sopra Maleo - anche se sembro l'unico nella fauna di annoiati tiratardi a percepirla". continua qui
Dal Blue Bottazzi BEAT, a cura del sottoscritto. "Ci sono due tipi di musica: la musica leggera e la musica dell'anima. BEAT racconta della musica dell'anima fatta con la mente".
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